Torino, i Nobel e la sinfonia del rilancio economico e sociale per battere le crisi. Presentata la quarta edizione del Festival Internazionale dell’Economia in programma a Torino dal 30 maggio al 2 giugno 2025. Il Festival è a cura di Editori Laterza, Collegio Carlo Alberto e Torino Local Committee, con la direzione scientifica di Tito Boeri
Il primo quarto del nuovo secolo ha tradito le aspettative. Doveva portare pace, progresso e sviluppo con l’intensificarsi delle relazioni e i vantaggi offerti dall’innovazione, invece ha diffuso i germi di conflitti sanguinosi e ampliato le diseguaglianze economiche, sociali e culturali. Il peso delle promesse non mantenute grava significativamente sulle nuove generazioni, ovvero sul futuro collettivo.
Le regole che sovrintendono al funzionamento del mercato del lavoro sono state in questi ultimi anni stravolte e hanno generato effetti paradossali: troppi giovani hanno perso fiducia e speranza, troppe imprese non riescono a trovare le professionalità di cui hanno bisogno, chi può fugge all’estero mentre il divario salariale di genere si è ampliato e così il disagio si diffonde anche fra i più giovani.
In un contesto che non può non considerare l’esigenza di integrazione di manodopera che arriva da fuori, l’imperativo è studiare un’efficace strategia per celebrare le giuste nozze fra le forze imprenditoriali che vogliono crescere e i talenti che si possono rendere disponibili, contemplando nuove esigenze e nuovi mestieri nel pieno rispetto delle capacità che abbiamo seminato e delle aspettative che è lecito nutrire a ogni età.
La ricetta è fatta di fisco equo, istruzione adeguata, semplificazione amministrativa, relazioni inclusive, welfare sostenibile ed efficiente. Deve scaturire dall’incontro delle intelligenze e delle pratiche migliori, dal confronto e magari anche dallo scontro.
La missione del Festival Internazionale dell’Economia – in programma a Torino dal 30 maggio al 2 giugno, a cura di Editori Laterza, Collegio Carlo Alberto e Torino Local Committee, con la direzione scientifica di Tito Boeri – è questa: analizzare e capire la rigenerazione globale, scardinare gli alibi dell’inattività, proporre difese per un cambiamento spesso troppo più repentino rispetto alla capacità di reazione della società, curare il malessere che dilaga fra le ragazze e i ragazzi e non solo, delineare soluzioni efficaci e pungolare i governi (e le imprese pubbliche e private) a non restare con le mani in mano.
Più che un concerto di voci, il Festival si propone di essere una sinfonia con oltre cento appuntamenti, la sinfonia de Le Nuove Generazioni del mondo da scrivere insieme con tutte le altre che l’hanno preceduta. Sui palchi e nei fori pubblici di Torino, da sempre città laboratorio lungimirante di pensiero, arti e di scienze, dibatteranno e risponderanno per quattro giorni agli interrogativi posti da questi tempi complessi cinque premi Nobel del passato insieme con gli uomini e le donne che potranno emularli nei prossimi anni. Con loro saranno economisti e studiosi di geopolitica, sociologi, statistici, demografi, scrittori e psicologi.
Inaugureranno il Festival gli interventi di Daron Acemoglu, Nobel per l’economia nel 2024 e Christopher Pissarides, premiato nel 2010. La parata degli insigniti a Oslo continuerà con Michael Spence, vincitore nel 2001 per i suoi contributi all’indagine sui mercati con informazione asimmetrica; Paul Krugman, vincitore nel 2008 per le sue analisi sui modelli di commercio e di geografia economica; James Heckman, premio 2000, noto fra l’altro per gli studi sugli investimenti nella prima infanzia che dimostrano quanto gli interventi precoci per i bambini svantaggiati producano maggiori benefici economici e sociali nel lungo periodo.
Il tema dei giovani fra disagio e opportunità sarà affrontato, tra l’altro, dallo psicanalista Massimo Recalcati e lo psicologo e dallo psicoterapeuta Matteo Lancini. Centrale il discorso sull’innovazione che porta a Torino Philippe Aghion, studioso di teoria della crescita economica e dell’innovazione, protagonista di un incontro dal titolo “Verso una crescita verde”. Di imprenditoria innovativa si parlerà con l’inventore di Satispay Alberto Dalmasso, tra i fondatori di Satispay, protagonista di uno dei “Dialoghi de La Stampa” che ospiterà tra gli altri la scrittrice Viola Ardone.
Non mancherà uno sguardo all’attualità politica con incontri dedicati alle questioni internazionali, tra i quali “Cosa significa per il mondo l’anti-globalismo di Trump? “con Harold James, economista britannico e professore di Storia e Affari Internazionali a Princeton. Fra i nomi di spicco del programma anche Martin Wolf, firma del Financial Times, e Nona Mikhelidze, analista ed esperta di relazioni internazionali, che si confronterà con lo scrittore Paolo Giordano sulla condizione dei giovani nelle zone di guerra. Rachel Ngai, economista della London School of Economics, aprirà una finestra sulle relazioni sociali e il mondo del lavoro in una prospettiva anche asiatica. Tra gli altri interventi, lo storico Lorenzo Kamel, il sondaggista Nando Pagnoncelli, il sociologo Ilvo Diamanti ed Ernesto Maria Ruffini, fino al dicembre scorso direttore dell’Agenzia delle Entrate. Sarah Gainsforth, esperta di disuguaglianze abitative, dialogherà con Emily Sinnott, economista britannica a capo della Divisione Politiche e Strategie nel Dipartimento di Economia della Banca Europea per gli Investimenti (EIB), alla ricerca di una strada per trovare nuovi fondi che sostengano l’economia. Percorso sul quale si incamminerà anche Caroline Hoxby, economista che si occupa di istruzione e di finanza pubblica. La scuola, in fondo, è la madre di ogni progresso.