La pandemia ha impresso nuovi ritmi e modalità al lavoro flessibile. Nello spazio sovranazionale e nel tempo necessariamente rapido degli impulsi digitali, si impongono domande cruciali la cui rappresentazione è offerta dall’incedere solitario di un rider su due ruote che rimbalza tra clienti occasionali e datori di lavoro senza volto. A partire da qui, una riflessione sulle dimensioni dell’impiego al tempo delle piattaforme digitali, nei cui circuiti si dissolve la fisicità del luogo di lavoro e vengono meno gli schemi regolativi.