“Zio”, “bella”, “bro”, “ti lovvo”, “ok boomer”. . . Chissà se queste parole si dicono ancora, una legge immutevole degli usi giovanili dice che non vengono trascritti, specie se da un adulto, vanno in aceto e vengono rapidamente sostituiti. Ma poi quanto dura una generazione? Non più 25 anni, come una volta, bensì 7. Non si è “più vecchi” di qualcuno ma casomai “più grandi”. A 12 anni si è chiamati bambini, a 50 ragazzi. Le parole cambiano nel tempo ma anche il tempo cambia, con le parole. 
con Stefano Bartezzaghi · introduce Caterina Soffici